Silvio Pellico è conosciuto per il suo libro di memorie ("Le mie prigioni", pubblicato dall'editore Bocca di Torino nel 1832), ma nel periodo risorgimentale era considerato anche un apprezzato autore sia di testi teatrali sia di poesie a carattere intimista e autobiografico. Silvio Pellico ha avuto, infatti, poche, ma intense storie d'amore che ha saputo rievocare con toni, a volte appassionati, a volte nostalgici, nelle poesie della raccolta "Poesie inedite", stampata a Torino nel 1837, ma anche nel vaudeville "La festa di Bussone", scritto nel 1820 per l'attrice Teresa (Gegia) Marchionni...
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