Per definizione, la violenza sul luogo di lavoro è un atto violento (comprese le aggressioni fisiche e le minacce di aggressione) diretto a persone sul posto di lavoro. La violenza sul posto di lavoro nel settore sanitario può portare a una scarsa qualità dell'assistenza, al turnover e all'assenteismo degli operatori sanitari, alla riduzione dei servizi sanitari disponibili per il pubblico, a un ambiente di lavoro malsano, a comportamenti sociali scorretti, all'aumento dei costi sanitari e al deterioramento della salute del personale. Uno studio retrospettivo trasversale è stato condotto in Kuwait nell'arco di un anno (da gennaio 2020 a gennaio 2021) in 50 centri PHC di cinque regioni sanitarie del Kuwait e ha preso in esame 446 partecipanti (220 medici, 226 infermieri) che lavorano in centri PHC da almeno un anno e hanno contatti regolari con pazienti o clienti, utilizzando un questionario autosomministrato dall'OMS. Sono state analizzate la frequenza e le conseguenze della violenza fisica e psicologica tra i medici e gli infermieri dei centri PHC. Il risultato è che il 6,4% degli intervistati ha subito violenza fisica e il 77,3% violenza psicologica, suddivisa in 48,8% abusi verbali, 10,1% bullismo/mobbing, 1,9% molestie sessuali e 20,3% molestie razziali.
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