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Con una prefazione di Moni Ovadia e una postfazione di Giacomo Saban
Centouno storie senza tempo: leggende tratte dal Talmud, aneddoti bizzarri e racconti di vita vissuta che contribuiscono a illuminare angoli poco noti di una cultura plurimillenaria che non può essere identificata soltanto con la Shoà e la persecuzione, ma con la ricchezza mutevole e vitale di un grande albero dalle molte fronde. Dalla Roma imperiale, dove gli ebrei chiedevano consiglio a una misteriosa “matrona”, alla Venezia del Cinquecento, dove venne alla luce il massimo capolavoro della letteratura yiddish antica.…mehr

Produktbeschreibung
Con una prefazione di Moni Ovadia e una postfazione di Giacomo Saban

Centouno storie senza tempo: leggende tratte dal Talmud, aneddoti bizzarri e racconti di vita vissuta che contribuiscono a illuminare angoli poco noti di una cultura plurimillenaria che non può essere identificata soltanto con la Shoà e la persecuzione, ma con la ricchezza mutevole e vitale di un grande albero dalle molte fronde.
Dalla Roma imperiale, dove gli ebrei chiedevano consiglio a una misteriosa “matrona”, alla Venezia del Cinquecento, dove venne alla luce il massimo capolavoro della letteratura yiddish antica. Dalla Mantova dei Gonzaga, dove Leone de’ Sommi dirigeva lo splendido teatro della corte, alla metà dell’Ottocento, quando il vate polacco Adam Mickiewicz tentava di dar vita a una Legione Ebraica che avrebbe combattuto a fianco dei polacchi per la creazione di una Polonia democratica, fino alla Sarajevo assediata nella terribile guerra jugoslava, dove l’ebraica Benevolencija era l’unica organizzazione a offrire aiuto a membri di ogni etnia e religione. Curiosità, miti e storie, antiche e moderne, di un popolo leggendario.

Laura Quercioli Mincer

ha insegnato Storia e cultura ebraica nei Paesi slavi all’Università di Roma la Sapienza; attualmente è docente di Letteratura ebraica contemporanea presso il Corso di Laurea in Studi Ebraici del Collegio Rabbinico Italiano. È autrice di un centinaio tra curatele e articoli scientifici, dedicati in particolare alla cultura ebraico-polacca, e di varie traduzioni. Fra i suoi ultimi testi pubblicati, la monografia Patrie dei superstiti. Letteratura ebraica del dopoguerra in Italia e in Polonia, uscito anche in Polonia, la traduzione e curatela del poema Madre, Patria di Božena Keff e del volume Cosa leggevo ai morti. Poesie e prose del ghetto di Varsavia, del “cantore del ghetto di Varsavia” Wladysław Szlengel.