Il secondo numero delle 19 domande propone una conversazione su Luigi Pirandello a 150 anni dalla nascita, concentrata sulla sua figura umana, ma anche sulla sua capacità di guardare oltre le maschere e le convenzioni, addirittura oltre la realtà e ci riporta con forza su un paradosso che non si risolve. Pirandello, leggendolo, ci appare oggi un grande classico moderno, ma è stato vissuto ieri, nei decenni del Dopoguerra, come un attardato erede del conflitto di fine Ottocento tra realismo ed espressionismo psicologico, temi travolti dall’avanguardia artistica. Al contrario, rileggendolo con la guida destrutturante e purificante di Rino Caputo ci appare più moderno e costruttivo delle avanguardie a lui contemporanee, produttrici di distonica disarmonia tra problemi esistenziali dell’individuo, delle comunità e le sensazioni vissute, insomma, per dirla con lo psicanalista Luigi Zoja, tra etica ed estetica.