L’ipotesi su cui si fonda questo lavoro è che l’immagine dello Stato d’Israele presente da decenni nella sinistra italiana (non solo in quella più estrema) – cioè quella di uno Stato aggressivo, espansionista, militarista, violento, razzista, con tratti assimilabili a quelli del nazismo, che pratica la discriminazione e l’apartheid nei confronti degli arabi – sia stata costruita in occasione della guerra dei Sei giorni del giugno 1967, ad opera del Pci, come risultato di uno scontro politico e mediatico con il Partito socialista. Per trovare la conferma di questa ipotesi è stata analizzata la stampa comunista e socialista, in particolare i rispettivi organi ufficiali – «l’Unità» e «Avanti!» – ma anche i periodici e le riviste che facevano capo ai due partiti e anche quelle che, in senso lato, facevano parte dell’area culturale della sinistra, nonché il principale quotidiano fiancheggiatore del Pci, «Paese Sera». E’ stato anche tenuto conto delle lettere inviate ai tre quotidiani ed stato messo in rilievo il ruolo specifico dei dirigenti politici e dei giornalisti dei due partiti. La ricerca ha prodotto una delle più accurate e approfondite analisi del comportamento politico dei partiti della sinistra italiana su un tema che continua ancora oggi a essere al centro della politica italiana e internazionale.