La storia dimenticata. È quella che riguarda la Regia Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena, i suoi comandanti e i suoi soldati, i quali, pur in mancanza di ordini, reagirono ai tedeschi a rischio della propria vita nei drammatici giorni che seguirono l’8 settembre 1943, quando Badoglio annunciò alla radio l’armistizio con gli angloamericani. È il caso del generale Ugo Ferrero che a Sassuolo, con 60 uomini, si oppose ad una Divisione corazzata SS. È il caso pure del colonnello Giovanni Duca, che sciolse sull’Appennino il Reggimento allievi ed entrò a far parte della Resistenza per conto del Sim (Servizio informazioni difesa), mentre il comandante dell’Accademia e della Scuola di applicazione d’Arma, generale Matteo Negro, fu arrestato la mattina del 9 settembre, senza potersi difendere, nel palazzo ducale semideserto e subì anche lui una durissima deportazione. Della storia di questi generali, ufficiali, allievi e dei soldati che si sacrificarono a prezzo della vita, si è fino ad ora parlato poco o non si è parlato affatto, e l’Accademia Militare di Modena è quasi sempre rimasta sullo sfondo delle ricostruzioni di quel periodo, in una sorta di limbo storico e mediatico. Questo libro vuole restituire dignità e valore a quegli ufficiali e ai loro uomini che, nonostante lo sfascio dell’Esercito, si adoperarono per opporsi agli occupanti tedeschi con le armi e con il loro sacrificio. (dall’Introduzione di Roberto G. Rolando)