Le cronache d’ogni tempo parlano di una donna che continua ad aggirarsi, un lume fioco in mano, per le stanze del palazzo avito inseguendo una melodia suadente e sommessa che si attenua man mano. È quel che resta dei tanti sogni di noi tutti ispirati all’amore mai corrisposto e sempre ricercato. A Bologna e ovunque, ma qui più che altrove perché infiniti sono i punti in cui puoi soffermarti e vedere con i tuoi occhi, poco al di sopra di un basso porticato, quella luce ondeggiare dietro le opache vetrate. “Guarda, è lei, che si muove!” e intanto nasce quel suono dolcissimo mai sentito in precedenza eppure da sempre atteso a conferma di una ricerca al suo finire. Perché ogni ricerca per quanto ardua e struggente prima o poi dovrà finire e, qui vivendo, è tanto più facile accettarne il destino.