Il giovane poeta calabrese, dopo l’uscita della sua prima silloge “Il cantastorie grafomane”, ritorna alla semplicità: attraverso versi delicati e puerili, che racchiudono la spensieratezza, i timori e i sussulti dell’amore adolescenziale. Un libro interamente scritto e dedicato alla sua Musa che riesce a cogliere appieno la sensibilità e il Pathos dell’autore, in un avvicendarsi fra amore platonico e carnale.