8,99 €
inkl. MwSt.
Sofort per Download lieferbar
payback
0 °P sammeln
  • Format: ePub

Si vuole iniziare questo excursus affrontando una problematica molto diffusa che si intreccia fortemente con le logiche discriminatorie che si tenta di avversare. 1. La Sindrome da deficit di attenzione e iperattività "Molti bambini, in diverse occasioni, possono avere comportamenti "iperattivi", essere impulsivi o distratti, commettere errori durante attività lunghe e monotone. Lasciati liberi, magari all'aperto, i bambini di 6/7 anni sono instancabili, corrono, passano da un'attività all'altra, si inseriscono anche bruscamente nelle attività degli altri bambini" (Ianes, Marzocchi, Sanna,…mehr

Produktbeschreibung
Si vuole iniziare questo excursus affrontando una problematica molto diffusa che si intreccia fortemente con le logiche discriminatorie che si tenta di avversare. 1. La Sindrome da deficit di attenzione e iperattività "Molti bambini, in diverse occasioni, possono avere comportamenti "iperattivi", essere impulsivi o distratti, commettere errori durante attività lunghe e monotone. Lasciati liberi, magari all'aperto, i bambini di 6/7 anni sono instancabili, corrono, passano da un'attività all'altra, si inseriscono anche bruscamente nelle attività degli altri bambini" (Ianes, Marzocchi, Sanna, 2009). Il bisogno di conoscere tante cose nuove e la capacità di essere veloci non sono tratti necessariamente negativi. Per alcuni bambini però, tali modalità di comportamento sono fortemente persistenti in tutti i contesti (casa, scuola, ambienti di gioco) e nella gran parte delle situazioni, tanto da interferire in modo marcato con il loro "buon funzionamento" complessivo e da mettere in discussione il successo scolastico e il buon adattamento futuro. Esistono bambini che presentano un disturbo specifico, che va sotto il nome di Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (DDAI) o, secondo l'acronimo inglese attualmente in uso ADHD (Attention Deficit Hiperactive Disorder) le cui caratteristiche di iperattività e difficoltà attentiva vanno ben oltre quelle di un bambino genericamente "vivace". I bambini iperattivi hanno difficoltà a controllare i propri impulsi e a posticipare le gratificazioni, non riescono a riflettere prima di agire, non sanno aspettare il proprio turno, non riescono a svolgere in modo organizzato e ordinatamente un gioco, e non riescono a mettere in successione una sequenza di azioni per raggiungere uno scopo. L'attività motoria è eccessiva: muovono continuamente le gambe anche da seduti, giocherellano, lanciano oggetti, si spostano continuamente da una posizione all'altra. Appaiono irrequieti, agitati, incapaci di stare fermi. L'attenzione non viene mantenuta e gli impulsi non sono adeguatamente controllati, la pianificazione non è adeguata, di conseguenza il rendimento scolastico ne risente molto, anche se l'intelligenza è normale. L'impulsività e l'incapacità a porre attenzione ai segnali sociali non verbali che modulano le relazioni fa sì che anche i rapporti sociali risultino difficili e conflittuali. I rimproveri ripetuti e le frustrazioni quotidiane generano presto un senso di inadeguatezza che contribuisce ad alimentare scarsa autostima e demotivazione, aggravando i problemi del bambino. L'esistenza dell'ADHD è stata scientificamente dimostrata in tempi relativamente recenti, di pari passo con i progressi delle neuroscienze. Oscilliamo tutt'ora però tra due rischi opposti: a) il rischio di medicalizzare oltre misura questa condizione (si veda quanto accade negli Stati Uniti, dove si usa e abusa del ricorso agli psicofarmaci); b) il rischio di negare l'esistenza del disturbo attribuendolo unicamente ad errori educativi familiari o al "temperamento vivace" del bambino.