Per la stragrande maggioranza di noi europei, l’Africa nera è una grande sconosciuta e, nel nostro immaginario, la associamo al suo passato coloniale o all’immigrazione di questi anni, alla povertà, alle malattie. Molto poco sappiamo, invece, della grande eterogeneità culturale del Continente nero, delle differenze etnico-tribali ma, ancor meno, del grande elemento unificatore di quei popoli, costituito dalle credenze animiste che permeano da secoli – e lo fanno tutt’oggi – ogni aspetto del quotidiano. La nostra prima reazione è di solito quella di considerare l’animismo ed i suoi riti ancestrali come un sintomo di arretratezza e di ignoranza: questo saggio, scritto da un’autrice che vive per quattro mesi all’anno nell’Africa nera occidentale, unisce il rigore della documentazione all’osservazione diretta, condotta sul campo, e ci insegna a cercare di comprendere la diversità senza giudicare.