I fogli di cui parla Rita Nappi sono agri. Perché pungono come aculei d'ape operaia che inocula veleno, anche se è ancora tutta intrisa di nettare e miele di commosse storie d'amore. Perché i fogli di cui ci parla sono resi agri dall'incertezza di un vivere affannato, dalla sofferenza, acuta, del non sentirsi capita, dal fatto che la dimensione di exemplum, che è sempre costante obiettivo della poesia, in qualche modo non sia stata appresa fino in fondo da un mondo reso troppo sordo dalla cacofonia di sensi nella quale viviamo. La poesia di Rita Nappi è sempre stata una poesia estremamente sincera, fino al punto da diventare, in certi momenti, spudorata, accecante nella sua ricerca costante di una verità che non finge compromessi o mediazioni. Alessandro Izzi Rita Nappi è nata e vive a Napoli. Appassionata di scrittura sin dall'adolescenza, ha partecipato a premi letterari nazionali e internazionali, conquistando nel 2004, a soli 16 anni, il primo posto al Premio Nazionale di poesia Trecase. Finalista nel 2016 al Concorso Letterario Internazionale Gioacchino Belli tenutosi in Campidoglio. Inserita in diverse antologie poetiche, nel 2015 ha pubblicato la silloge I miei orizzonti di... versi con deComporre Edizioni, approdata a Cheverny (Francia) nel 2019 in uno spettacolo di musica lirica e versi con la mezzo soprano Suma Mellano. Attualmente è impegnata nella stesura del suo primo romanzo.
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