Ero ritornato da una gita intrapresa col signor Logrand sulla Quinsegna, una delle più alte montagne del Canavese, la cui vetta sorpassa i duemiladuecento metri e dove, di lassù, si può spaziare lo sguardo su quasi tutto il Piemonte e sulla gigantesca catena delle Alpi occidentali.
Sfinito da una marcia di nove ore, attraverso a burroni ripidissimi, fra gole profonde, su per rupi dove bisogna arrampicarsi come i gatti, poiché nemmeno le più agili capre sarebbero state capaci di superarle, anelavo di trovarmi a Cuorgnè e di riposarmi.
Appena entrato nella mia casettina, ricevuto dalle grida gioconde del mio Nadir e della mia Fathima, due bricconcelli che non lasciavano tranquillo il papà nemmeno quando scrivevo, mi venne incontro mia moglie, dicendomi con una cert'aria di mistero:
— L'hai incontrato?...
Sfinito da una marcia di nove ore, attraverso a burroni ripidissimi, fra gole profonde, su per rupi dove bisogna arrampicarsi come i gatti, poiché nemmeno le più agili capre sarebbero state capaci di superarle, anelavo di trovarmi a Cuorgnè e di riposarmi.
Appena entrato nella mia casettina, ricevuto dalle grida gioconde del mio Nadir e della mia Fathima, due bricconcelli che non lasciavano tranquillo il papà nemmeno quando scrivevo, mi venne incontro mia moglie, dicendomi con una cert'aria di mistero:
— L'hai incontrato?...