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È difficile in questo momento storico parlare di violenza di genere senza cadere in frasi fatte e banalità o senza rischiare di offendere la sensibilità di qualcuno: un tema oltremodo complesso per cui il solo tentare di affrontarlo espone chi lo fa al rischio del fraintendimento. C’è sempre stata violenza sulle donne? Si rileva maggiormente ora forse perché esiste una maggiore possibilità di arrivare alla denuncia? I numeri di cui si parla ora prima non interessavano? Forse prima i casi di violenza erano molti di più? Qualora ottenessimo le risposte, queste comunque non ci fornirebbero la…mehr

Produktbeschreibung
È difficile in questo momento storico parlare di violenza di genere senza cadere in frasi fatte e banalità o senza rischiare di offendere la sensibilità di qualcuno: un tema oltremodo complesso per cui il solo tentare di affrontarlo espone chi lo fa al rischio del fraintendimento. C’è sempre stata violenza sulle donne? Si rileva maggiormente ora forse perché esiste una maggiore possibilità di arrivare alla denuncia? I numeri di cui si parla ora prima non interessavano? Forse prima i casi di violenza erano molti di più? Qualora ottenessimo le risposte, queste comunque non ci fornirebbero la dimensione sociologico identitaria in cui i nostri due attori maschio e femmina si trovano a muoversi nel loro presente.
Nel testo è stata fatta una riflessione, partendo dall’idea che gli elementi da considerare per analizzare la violenza appaiano spesso incomprensibili o di difficile identificazione se analizzati separatamente, ma capaci di acquisire significato se presi nella loro organicità. Per questo si è deciso di accostare alla violenza di genere il termine “Alchimia” che sembrerebbe discendere dal greco khymeia col significato di: fondere, colare insieme, saldare, allegare. Alchimia e violenza, quindi, per sottolineare il fatto che quest’ultima si manifesta solo quando un insieme di elementi apparentemente disparati, nel momento in cui vengono “colati insieme”, tendono a saldarsi, fondendosi e dando origine alla violenza stessa.
Queste analisi di concetto hanno portato a definire un modo di procedere professionale per il trattamento del disagio che anche gli autori di violenza si trovano a vivere: si tratta di un metodo basato sul modello di intervento denominato “CSC Model – Consulenza sociale di cura[1]”, elaborato dagli autori stessi e utilizzato in vari campi ormai da tempo.
Un metodo utile ad agire con gli stessi autori (o potenziali autori) di violenza e che si muove su due diversi percorsi di riferimento, che si è ritenuto fondamentale sintetizzare in: azione violenta unidirezionale e violenza in azione co-costruita nella relazione di genere.

[1] A breve sarà pubblicato il testo “CSC Model” –Zen/Banzato – Edizioni Libere SocialNet (vedi www.socialnet.it) – Il Modello CSC è ……………