“Sono racconti meravigliosi, elettrici, se ne sente il nervo scoperto che brucia fin dalla prima frase e si capisce che ci si sta imbarcando in un viaggio folle e indimenticabile. Abbey Mei Otis è il mio tipo di scrittrice preferito: le sue parole sono strane eppure è impossibile non ritrovarci se stessi, e sa farti ridere e piangere contemporaneamente.” Dan Chaon autore de La volontà del male
“Questi racconti eccellono nella fantascienza. Questi racconti eccellono nell’amore. E se avete bisogno di distinguere tra le due cose, be’, Abbey Mei Otis è qui per impedirvelo. Perché se la barriera tra ciò che è fantascienza e ciò che è letteratura non è ancora stata abbattuta, questa raccolta di Abbey Mei Otis conficca un martello fluorescente in quel muro.” Columbia Journal
“Abbey Mei Otis è la voce di una generazione di persone dal futuro frammentato e dalle speranze complicate.” Maureen F. McHugh autrice di After the Apocalypse
“Niente più luci, niente più brillantini. Solo il cielo nero, sporco di stelle normali. Per ognuna che conto, ce n’è un’altra. Per ogni mondo che ti delude ce n’è un altro, e un altro ancora, a prometterti la redenzione. È strano guardarle dal basso. Tremolano e pulsano e dal mio interno rispondono altre pulsazioni e so senza saperlo che quello che ho dentro è la stessa cosa che c’è lassù. Di me non rimane che un sottile confine di pelle tra due campi stellari.”
Esistono periferie fisiche, fatte di zone industriali, caseggiati anonimi o cantieri abbandonati, e poi c’è la eriferia: un concetto, una zona di frontiera, un luogo universale e universalmente riconoscibile che trascende i caratteri nazionali per diventare rifugio per i reietti, gli invisibili, i marginali.
È in questa terra di nessuno che prende vita l’universo di Alien Virus Love Disaster, una costellazione di fabbriche magiche e centri di smaltimento rifiuti, autostrade sopraelevate che conducono a un altrove lontano e migliore, chiese orribili dai muri color salmone e case che richiedono sacrifici umani. Un luogo dove gli alieni non solo esistono, ma vivono insieme a noi e pagano per vederci lottare; dove i ricchi organizzano feste stravaganti e i bambini giocano dentro scheletri di case mai finite; dove creature misteriose compaiono in supermercati occupati e melanconiche ragazze lunari si struggono in riva al mare.
Abbey Mei Otis presta la sua voce a queste parabole di sussistenza e resistenza, cronache di un mondo sconosciuto e insieme troppo familiare, che riesce simultaneamente a essere e non essere quello che abitiamo noi; un mondo dal quale è possibile fuggire, ma le cui cicatrici ci porteremo addosso per sempre, ovunque.
ABBEY MEI OTIS
Cresciuta nei boschi del North Carolina Abbey Mei Otis vive a Washington DC, dove scrive e insegna. Ha frequentato il Clarion West Writers Workshop e il Michener Center for Writers dell’Università del Texas. I suoi racconti sono apparsi su Tin House, Strange Horizons, Tor.com, Barrelhouse, Gargoyle e Story Quarterly.
Traduzione
Chiara Puntil vive a Londra. Ha scritto per Soft Revolution Zine, Ghinea Newsletter, Cineuropa Shorts, Nisimazine e Pixarthinking.
Chiara Reali vive a Milano. Ha pubblicato racconti su Linus, ‘tina, e nelle antologie Tu sei Lei (Minimum Fax) e Propulsioni d’improbabilità (Zona 42). Nel 2019 ha vinto il Premio Italia per la traduzione.
“Questi racconti eccellono nella fantascienza. Questi racconti eccellono nell’amore. E se avete bisogno di distinguere tra le due cose, be’, Abbey Mei Otis è qui per impedirvelo. Perché se la barriera tra ciò che è fantascienza e ciò che è letteratura non è ancora stata abbattuta, questa raccolta di Abbey Mei Otis conficca un martello fluorescente in quel muro.” Columbia Journal
“Abbey Mei Otis è la voce di una generazione di persone dal futuro frammentato e dalle speranze complicate.” Maureen F. McHugh autrice di After the Apocalypse
“Niente più luci, niente più brillantini. Solo il cielo nero, sporco di stelle normali. Per ognuna che conto, ce n’è un’altra. Per ogni mondo che ti delude ce n’è un altro, e un altro ancora, a prometterti la redenzione. È strano guardarle dal basso. Tremolano e pulsano e dal mio interno rispondono altre pulsazioni e so senza saperlo che quello che ho dentro è la stessa cosa che c’è lassù. Di me non rimane che un sottile confine di pelle tra due campi stellari.”
Esistono periferie fisiche, fatte di zone industriali, caseggiati anonimi o cantieri abbandonati, e poi c’è la eriferia: un concetto, una zona di frontiera, un luogo universale e universalmente riconoscibile che trascende i caratteri nazionali per diventare rifugio per i reietti, gli invisibili, i marginali.
È in questa terra di nessuno che prende vita l’universo di Alien Virus Love Disaster, una costellazione di fabbriche magiche e centri di smaltimento rifiuti, autostrade sopraelevate che conducono a un altrove lontano e migliore, chiese orribili dai muri color salmone e case che richiedono sacrifici umani. Un luogo dove gli alieni non solo esistono, ma vivono insieme a noi e pagano per vederci lottare; dove i ricchi organizzano feste stravaganti e i bambini giocano dentro scheletri di case mai finite; dove creature misteriose compaiono in supermercati occupati e melanconiche ragazze lunari si struggono in riva al mare.
Abbey Mei Otis presta la sua voce a queste parabole di sussistenza e resistenza, cronache di un mondo sconosciuto e insieme troppo familiare, che riesce simultaneamente a essere e non essere quello che abitiamo noi; un mondo dal quale è possibile fuggire, ma le cui cicatrici ci porteremo addosso per sempre, ovunque.
ABBEY MEI OTIS
Cresciuta nei boschi del North Carolina Abbey Mei Otis vive a Washington DC, dove scrive e insegna. Ha frequentato il Clarion West Writers Workshop e il Michener Center for Writers dell’Università del Texas. I suoi racconti sono apparsi su Tin House, Strange Horizons, Tor.com, Barrelhouse, Gargoyle e Story Quarterly.
Traduzione
Chiara Puntil vive a Londra. Ha scritto per Soft Revolution Zine, Ghinea Newsletter, Cineuropa Shorts, Nisimazine e Pixarthinking.
Chiara Reali vive a Milano. Ha pubblicato racconti su Linus, ‘tina, e nelle antologie Tu sei Lei (Minimum Fax) e Propulsioni d’improbabilità (Zona 42). Nel 2019 ha vinto il Premio Italia per la traduzione.