Il PD nell’arco della sua breve storia ha già vissuto cambiamenti e rivoluzioni. Tali cambiamenti si sono realizzati però principalmente negli assetti di vertice, e sempre nel senso di affossare quello che le decisioni popolari avevano indicato con lo strumento delle primarie. Siamo di fronte ad un partito che afferma una vocazione democratica e poi nei fatti si comporta in modo tale da negare le decisioni prese sulla base della volontà democraticamente espressa. Un partito che soffre di una cronica incapacità di definire una strategia ed un gruppo Dirigente che la porti avanti. Il PD nasce dalla confluenze di diverse anime ed idealità politiche e deve da subito fare i conti con la amalgama tra quei Gruppi Dirigenti , evidenziando una particolare attitudine alla suddivisione del potere e delle poltrone. Il PD però non ha solo questa caratteristica negativa . A questa infatti se ne aggiunge una seconda non meno importante: la assenza di dibattito interno o meglio la impossibilità per un qualunque militante o iscritto di poter far sentire la propria voce. Nei Circoli si discute più di come pagare gli affitti delle sedi o di feste e pranzi piuttosto che di strategie e linee politiche. Gli organismi a valenza Provinciale o Comunale una volta eletti stentano a funzionare e le decisioni si concentrano in piccoli gruppi spesso autoreferenziali, o che si limitano a ratificare le decisioni prese dagli Amministratori , se l’Amministrazione o la Regione è sostenuta da coalizioni con il PD.Così migliaia di persone , che potrebbero dare una propria visione o parere o comunque apporto culturale ed elaborativo che potrebbe contribuire alla formazione di una più ampia base di consenso alla definizione degli indirizzi politici del Partito se ne sono andati. I “cerchi magici” che anche nel PD si sono venuti a formare hanno quindi creato quella categoria degli “sconosciuti” di coloro cioè che vorrebbero e spesso hanno le qualità intellettuali, di esperienza, di storia personale, di capacità critica e di analisi per dire la loro ma che non riescono a farsi ascoltare , si sono stancati e si sono ritirati su una sorta di Aventino o limbo della politica.Gli sconosciuti, una moltitudine di intelligenze ed idealità pronte a dare un contributo ma ignorate, messe da parte , per lasciare spazio a cerchie ristrette e poco controllabili nelle decisioni e nella gestione del potere.Anche questo è il PD. Questo libro vuole essere una denuncia ( Tormenti) ed una occasione , per uno di quegli sconosciuti di dire la propria (Suggestioni) : non per avere visibilità o accedere a segrete stanze ma solo per, l’intimo piacere di dire la propria e di offrire a chi avrà la pazienza di arrivare in fondo una propria visione ( Estasi) , come ce ne sono a migliaia nelle menti di coloro che rimangono sconosciuti: sono quelle visioni che rischiamo di non poter mai conoscere e con le quali confrontarci e che mi auguro trovino la forza e la voglia di “dire la loro”.