Liriche evocative di un paesaggio di luce, dove l'incertezza dello sguardo è calibrata su quella delle forme. La luce non le rivela, le confina in determinati luoghi del ricordo che hanno margini incerti: Scivola sul filo come un assillo / il paesaggio confuso dal riflesso / nella vertigine eterna di adesso.
Il paesaggio appare attraverso una lente pronta a deformarsi per accogliere le deformazioni di ciò che appare: Si addensano come schiuma / del cielo a nascondere il sole / che risale la china del giorno. / Attorno si fa attesa l'orizzonte(...). Non sembra essere l'orizzonte di una scoperta, ma di un fallimento del vedere. Il luogo si trasforma in tempo e attesa. La sola ragione di essere della voce è un disincanto.
È questo il secondo dei tre libri di liriche, un Canzoniere diviso nelle sezioni Versi per i miei figli e Elementi; Altri versi; Distici e Voci dal regno.
La trilogia è l'esordio in poesia di un narratore. Paolo Truffelli si è scoperto scrittore nel 2012. È autore di gialli in cui il fatto che scatena l'inchiesta fa da paravento alla visione malinconica e piena di ironia di un commissario di polizia.
La poesia impone scelte diverse, la mescolanza di registro discorsivo, come in un racconto di fiaba, e registro più oscuro, la trasparenza e l'opacità di alcune forme. Il mondo distante, illustrato nelle liriche, è il risultato della fusione di questi registri. In ognuna l'autore inventa soluzioni nuove, di cui si libera nel passo successivo, perché ciò che è raccontato emerga ogni volta in forma diversa.
Il paesaggio appare attraverso una lente pronta a deformarsi per accogliere le deformazioni di ciò che appare: Si addensano come schiuma / del cielo a nascondere il sole / che risale la china del giorno. / Attorno si fa attesa l'orizzonte(...). Non sembra essere l'orizzonte di una scoperta, ma di un fallimento del vedere. Il luogo si trasforma in tempo e attesa. La sola ragione di essere della voce è un disincanto.
È questo il secondo dei tre libri di liriche, un Canzoniere diviso nelle sezioni Versi per i miei figli e Elementi; Altri versi; Distici e Voci dal regno.
La trilogia è l'esordio in poesia di un narratore. Paolo Truffelli si è scoperto scrittore nel 2012. È autore di gialli in cui il fatto che scatena l'inchiesta fa da paravento alla visione malinconica e piena di ironia di un commissario di polizia.
La poesia impone scelte diverse, la mescolanza di registro discorsivo, come in un racconto di fiaba, e registro più oscuro, la trasparenza e l'opacità di alcune forme. Il mondo distante, illustrato nelle liriche, è il risultato della fusione di questi registri. In ognuna l'autore inventa soluzioni nuove, di cui si libera nel passo successivo, perché ciò che è raccontato emerga ogni volta in forma diversa.