L'idea di progresso economico vacilla nel mondo contemporaneo, e, come è stato dimostrato (H. Jonas), tenuto conto che nell'era antica, uno degli obiettivi principali della politica era la stabilità, il progresso risultava legato alla dimensione verticale inteso come raggiungimento di una sorta di purificazione morale da perseguire nel corso della vita per accedere ad un mondo ideale trascendentale. L'ideale moderno adagia questa idea di progresso concependola come un futuro migliore del presente, ma rimane un'ideale estraneo ad un'aspirazione metafisica, poiché è ricondotto al fattore economico e coincide con un paradigma quantitativo. La soggettività moderna ha la responsabilità di aver coltivato l'idea della possibilità di soddisfare tutti i bisogni possibili dell'uomo mediante l'asservimento della natura. Viceversa occorre capovolgere questa prospettiva verso una soluzione di ragionevole convivenza rispetto alla quale questo volume pone la sua riflessione.