Gli Stati Uniti d’America, considerati la prima nazione al mondo per tutto il Novecento e oltre, sembrano attraversare da anni un declino sempre più evidente. Il terreno su cui è stato costruito il celebre sogno americano non sembra più tanto solido. Problemi tanto diversi tra loro quanto gravi, come la crescente disuguaglianza, il cambiamento climatico, costi sanitari sempre più alti e profonde divisioni di ceto e di razza minacciano la tenuta sociale del Paese che Donald Trump promette di “rendere di nuovo grande”.
Se economisti, sociologi e politologi hanno analizzato più volte la situazione, cercando le loro cause, oggi Jeffrey Sachs, tra i maggiori economisti al mondo, va invece alla ricerca delle traiettorie future, cercando di delineare percorsi ed esiti che possano guidare gli States, e il mondo occidentale, fuori dal pantano in cui si sono ritrovati.
America 2030 è insieme il ragionato piano d’azione e l’accorato manifesto a sostegno dello sviluppo sostenibile – uno sviluppo, cioè, che si concentri su economia, società e ambiente, elementi chiave troppo spesso trascurati in favore della crescita indiscriminata – un atteggiamento miope che, secondo Sachs, ha finito per mettere a rischio le possibilità stesse di crescita.
Se economisti, sociologi e politologi hanno analizzato più volte la situazione, cercando le loro cause, oggi Jeffrey Sachs, tra i maggiori economisti al mondo, va invece alla ricerca delle traiettorie future, cercando di delineare percorsi ed esiti che possano guidare gli States, e il mondo occidentale, fuori dal pantano in cui si sono ritrovati.
America 2030 è insieme il ragionato piano d’azione e l’accorato manifesto a sostegno dello sviluppo sostenibile – uno sviluppo, cioè, che si concentri su economia, società e ambiente, elementi chiave troppo spesso trascurati in favore della crescita indiscriminata – un atteggiamento miope che, secondo Sachs, ha finito per mettere a rischio le possibilità stesse di crescita.