Mi sono chiesto se gli amici cristiani sanno che in effetti nel testo niceno- costantinopolitano si parla in senso comunitario ed oggettivo di "Pisteuomen /crediamo" e se conoscono il problema dell’assenza nel Concilio di Nicea di crediamo in una santa cattolica ed apostolica Chiesa e della non presenza del termine "romana". Nel trattare dell’Ecclesia ho cercato di rispondere, da storico, che non si parla soggettivamente in un testo di professione religiosa, in termini teologici, come quello di Concilio di Costantinopoli, fatto per sanare la piaga dell’arianesimo dopo 56 anni di lotte, e per dogmatizzare la funzione unitaria della Chiesa, riconosciuta come "una, santa cattolica ed apostolica". Sul termine "apostolica" ho lavorato, facendo la questione del "primato" di Pietro, del suo martirio e del valore di romana in Occidente e in Oriente, mostrando anche come l’apostolicità sia in relazione al Christos e alla definizione necessaria della sua figura, lasciata incompleta a Nicea e di quella dello Spirito Santo, considerando l’intima connessione tra la Chiesa e Christos e tra la Chiesa e la Trinità. Ed ho voluto proporre infine la mia personale esperienza di ricerca e di vita, sofferta, solitaria, spirituale, in senso laico, come un exemplum di autonomia, vissuta secondo parametri operativi, differenti da quelli della tradizione cristiana.