«Amore e ginnastica è un libro di notevole capacità di definizione ambientale e psicologica» dice il professor Giovanni Tesio, critico letterario e docente di letteratura italiana all'Università del Piemonte Orientale. «Un racconto divertente e godibilissimo, scelto non a caso da Calvino tra i cento libri migliori di fine Ottocento e inizio Novecento».
I primi, rivoluzionari, metodi d'insegnamento della ginnastica, in De Amicis vengono trasformati nel credo quasi missionario della maestra Pedani, prosperosa insegnante di ginnastica. Di lei s'innamora l'ex seminarista Celzani, e la storia s'intreccia e si sviluppa sui due piani: amore e ginnastica.
De Amicis sa raccontare con leggerezza la difficoltà che ebbe lo sport nell'affrontare le barriere e i pregiudizi di una certa classe sociale, le forti resistenze dei conservatori, compresi i dogmi maschilisti che volevano le donne lontane da qualunque pratica atletica, per ragioni di decenza e per altre. L'arrivo della signorina Pedani («Già, madre natura l'ha fabbricata per quello: le ha dato le proporzioni schelettoniche più perfette che io abbia mai viste, una cassa toracica che è una meraviglia» dice il maestro Fassi) porta lo scompiglio nell'equilibrio emotivo e nel buonsenso borghese del corpo docente. Una donna forte quasi come un uomo, bella e pressoché irraggiungibile. Magari anche intelligente? Può esserlo, chi usa il corpo per esprimere se stesso? «Non dico per scrivere: ciascuno ha le sue facoltà. E poi, nella ginnastica, come scienza, il cervello di una donna non sfonda, si sa. Ma come esecutrice, non ce n'è un' altra» spiega il feroce Fassi, collega della Pedani.
La ginnastica fu ideologia per pionieri (si pensi alla battaglia per introdurla nella scuola italiana), ma è nell'altra metà del titolo, l'amore, il vero trionfo fisico dei desideri. C'è più corpo qui che in palestra. Ed è portentoso il contrasto tra un mondo che cambia, la cosiddetta società, e le passioni segrete degli individui, con qualcosa di morboso e non esente da feticismo e perversioni, ma anche in questo sta il fascino - modernissimo - della storia narrata da De Amicis.
I primi, rivoluzionari, metodi d'insegnamento della ginnastica, in De Amicis vengono trasformati nel credo quasi missionario della maestra Pedani, prosperosa insegnante di ginnastica. Di lei s'innamora l'ex seminarista Celzani, e la storia s'intreccia e si sviluppa sui due piani: amore e ginnastica.
De Amicis sa raccontare con leggerezza la difficoltà che ebbe lo sport nell'affrontare le barriere e i pregiudizi di una certa classe sociale, le forti resistenze dei conservatori, compresi i dogmi maschilisti che volevano le donne lontane da qualunque pratica atletica, per ragioni di decenza e per altre. L'arrivo della signorina Pedani («Già, madre natura l'ha fabbricata per quello: le ha dato le proporzioni schelettoniche più perfette che io abbia mai viste, una cassa toracica che è una meraviglia» dice il maestro Fassi) porta lo scompiglio nell'equilibrio emotivo e nel buonsenso borghese del corpo docente. Una donna forte quasi come un uomo, bella e pressoché irraggiungibile. Magari anche intelligente? Può esserlo, chi usa il corpo per esprimere se stesso? «Non dico per scrivere: ciascuno ha le sue facoltà. E poi, nella ginnastica, come scienza, il cervello di una donna non sfonda, si sa. Ma come esecutrice, non ce n'è un' altra» spiega il feroce Fassi, collega della Pedani.
La ginnastica fu ideologia per pionieri (si pensi alla battaglia per introdurla nella scuola italiana), ma è nell'altra metà del titolo, l'amore, il vero trionfo fisico dei desideri. C'è più corpo qui che in palestra. Ed è portentoso il contrasto tra un mondo che cambia, la cosiddetta società, e le passioni segrete degli individui, con qualcosa di morboso e non esente da feticismo e perversioni, ma anche in questo sta il fascino - modernissimo - della storia narrata da De Amicis.