Sullo sfondo delle Tre Cime di Lavaredo, nel Sudtirolo austriaco di fine Ottocento, l’albergo “Due Cigni” conosce una continua crescita e miglioramento, generazione dopo generazione della famiglia Stolzer: da Ingrid e Martin, i fondatori, ai figli Joachim, Reinhold e Josefa, ai loro nipoti Franz e le gemelle Elisabeth e Victoria.
Nel racconto di un’ormai anziana Elisabeth, la “piccola storia” della famiglia e degli amori delle sue donne si inscrive nella “grande storia” dell’Impero Austroungarico e poi delle due guerre mondiali, che travolgono anche il tranquillo Sudtirolo. Dopo la Prima guerra mondiale, il Sudtirolo, di lingua e cultura tedesca, fu assegnato all’Italia e pochi anni più tardi dovette fare i conti con l’“italianizzazione” voluta dal fascismo e con gli sconvolgimenti della Seconda guerra mondiale, a cui si aggiunse la presenza di un folto gruppo di cosacchi che, durante l’invasione dell’Unione Sovietica, avevano scelto di stare dalla parte di Berlino e di combattere in funzione antipartigiana, con la promessa illusoria di un territorio in cui avrebbero potuto insediarsi.
Nel racconto di un’ormai anziana Elisabeth, la “piccola storia” della famiglia e degli amori delle sue donne si inscrive nella “grande storia” dell’Impero Austroungarico e poi delle due guerre mondiali, che travolgono anche il tranquillo Sudtirolo. Dopo la Prima guerra mondiale, il Sudtirolo, di lingua e cultura tedesca, fu assegnato all’Italia e pochi anni più tardi dovette fare i conti con l’“italianizzazione” voluta dal fascismo e con gli sconvolgimenti della Seconda guerra mondiale, a cui si aggiunse la presenza di un folto gruppo di cosacchi che, durante l’invasione dell’Unione Sovietica, avevano scelto di stare dalla parte di Berlino e di combattere in funzione antipartigiana, con la promessa illusoria di un territorio in cui avrebbero potuto insediarsi.