Cura e traduzione di Ettore Paratore
Edizioni integrali con testo latino a fronte
Plauto è il simbolo stesso del teatro romano antico: testimone di un periodo storico estremamente complesso e articolato, riflette con straordinaria varietà e perizia linguistica e con sorprendente slancio inventivo la delicata congiuntura che si era venuta a creare al suo tempo tra la cultura latina popolare di derivazione etrusca e quella raffinata proveniente dalla nuova intellettualità greca. La sua molteplice attività di autore, attore e organizzatore di spettacoli, nonché l’inesauribile ricchezza di spunti e di intrecci tematici tipici della sua spigliata comicità, contribuiranno, con il ricorrere di figure e stereotipi caratteristici, alla nascita del teatro rinascimentale e della commedia dell’arte. «Il vero Plauto», scrive Ettore Paratore, «si coglie nelle sbrigliate variazioni dei suoi dialoghi, in cui il termine plebeo scelto apposta, il gioco di parole, il lazzo, la battuta buffonesca, le facezie a botta e risposta crepitano incessantemente, per provocare con ogni mezzo la risata clamorosa e gioconda».
«Io sono quell’Anfitrione che ha per servo quello stesso Sosia che ridiventa Mercurio, quand’è opportuno: abito lassù, al piano superiore [accenna al cielo], e ogni tanto, quando mi garba, ridivento Giove.»
Plauto
Tito Maccio Plauto nacque tra il 259 e il 251 a.C. Le notizie relative alla sua vita sono poche e incerte, ma pare che la sua dedizione alla professione teatrale in tutte le sue forme fosse totale e assoluta. Particolare fortuna ebbero le sue commedie durante l’Umanesimo: lette, rappresentate in latino e tradotte, furono un punto di riferimento essenziale anche per autori come Ariosto e Machiavelli.
Edizioni integrali con testo latino a fronte
Plauto è il simbolo stesso del teatro romano antico: testimone di un periodo storico estremamente complesso e articolato, riflette con straordinaria varietà e perizia linguistica e con sorprendente slancio inventivo la delicata congiuntura che si era venuta a creare al suo tempo tra la cultura latina popolare di derivazione etrusca e quella raffinata proveniente dalla nuova intellettualità greca. La sua molteplice attività di autore, attore e organizzatore di spettacoli, nonché l’inesauribile ricchezza di spunti e di intrecci tematici tipici della sua spigliata comicità, contribuiranno, con il ricorrere di figure e stereotipi caratteristici, alla nascita del teatro rinascimentale e della commedia dell’arte. «Il vero Plauto», scrive Ettore Paratore, «si coglie nelle sbrigliate variazioni dei suoi dialoghi, in cui il termine plebeo scelto apposta, il gioco di parole, il lazzo, la battuta buffonesca, le facezie a botta e risposta crepitano incessantemente, per provocare con ogni mezzo la risata clamorosa e gioconda».
«Io sono quell’Anfitrione che ha per servo quello stesso Sosia che ridiventa Mercurio, quand’è opportuno: abito lassù, al piano superiore [accenna al cielo], e ogni tanto, quando mi garba, ridivento Giove.»
Plauto
Tito Maccio Plauto nacque tra il 259 e il 251 a.C. Le notizie relative alla sua vita sono poche e incerte, ma pare che la sua dedizione alla professione teatrale in tutte le sue forme fosse totale e assoluta. Particolare fortuna ebbero le sue commedie durante l’Umanesimo: lette, rappresentate in latino e tradotte, furono un punto di riferimento essenziale anche per autori come Ariosto e Machiavelli.