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“…È felice chi può rilasciare al massimo la tensione con un minimo di lotta e di sforzo, senza s’offrire, né mentalmente, né fisicamente, sotto il continuo peso della tensione e del suo rilassarsi, che è la qualità più vitale del ritmo della vita. Un’esistenza senza sofferenze sarebbe, in realtà, una condizione statica e priva di vita che nessuno di noi sarebbe capace di sopportare da vivi, mentre tutti noi la desidereremmo fortemente da morti. Ma la vita, probabilmente oggi più che mai tende a produrre un aumento di sofferenza, e il potere di ridurla (così sembra a molti di noi) è in continua…mehr

Produktbeschreibung
“…È felice chi può rilasciare al massimo la tensione con un minimo di lotta e di sforzo, senza s’offrire, né mentalmente, né fisicamente, sotto il continuo peso della tensione e del suo rilassarsi, che è la qualità più vitale del ritmo della vita. Un’esistenza senza sofferenze sarebbe, in realtà, una condizione statica e priva di vita che nessuno di noi sarebbe capace di sopportare da vivi, mentre tutti noi la desidereremmo fortemente da morti. Ma la vita, probabilmente oggi più che mai tende a produrre un aumento di sofferenza, e il potere di ridurla (così sembra a molti di noi) è in continua diminuzione, il nostro ritmo di squilibrio e di equilibrio è profondamente turbato, la maggioranza di noi è sempre più infelice e sempre meno felice. Una persona felice deve essere in pace con se stessa e con il suo ambiente; deve anche saper affrontare, superare e, se necessario, combattere qualunque cosa turbi questa pace. E deve sapere saggiamente usare le sue riserve fisiche ed emotive e andare avanti, finché gli è possibile, senza l’aiuto di illusioni, artifici, o carità. altrui. Solo i pochi esseri felici sembrano capaci di ciò. Il guaio è che la felicità, si può comprare, o almeno prendere a prestito, ad un prezzo che sembra spesso conveniente se lo si confronta con lo sforzo di crearsi la felicità, con le proprie forze e volontà. Possiamo ubriacarci ed essere felici, comprare un’automobile ed essere felici, assistere ad una partita di baseball, andare da uno psichiatra, in chiesa, e riusciamo, così, a rilassare la nostra tensione almeno temporaneamente. Tuttavia l’infelicità ritorna sempre troppo presto, troppo opprimente; il distendersi e il tendersi dei nostri nervi assumono il carattere di un’abitudine favorita da uno stato di ansietà. Il gioco libero e indipendente della mente e del corpo è turbato. Siamo infelici. Siamo malati…”