Sono passati più di cinquant’anni da quando Don Milani esprimeva nella sua Lettera ad una professoressa la richiesta di una scuola in linea col dettato costituzionale, nella quale cioè l’accesso all’istruzione non fosse condizionato dalla classe sociale di appartenenza, perché se non riesce a recuperare gli alunni più svantaggiati la scuola diventa come “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. Eppure, ancora oggi, quello che le statistiche ci dicono è che chi nasce povero ha sempre più probabilità di rimanere tale per tutta la vita. La nostra scuola non riesce a essere luogo e occasione di riscatto sociale. Al contrario, somiglia sempre più a un ospedale che non cura i malati e ammala i sani.
Seguendo le varie riforme e il conseguente profluvio di norme di questi ultimi decenni, il presente pamphlet si sofferma sulle molteplici contraddizioni e sui tanti paradossi di quella che ormai è diventata una vera e propria antiscuola: dalla diffusione di modelli pedagogici iperprotettivi e deresponsabilizzanti alla crescente burocratizzazione dell’insegnamento; dall’adozione del linguaggio e dei modelli dell’economia e del management, che snaturano sempre più l’identità dell’istituzione scolastica e non di rado sconfinano nel grottesco, alla mancanza di progettualità da parte della classe politica, con la conseguente tendenza a occuparsi di scuola solo in maniera estemporanea e propagandistica.
Seguendo le varie riforme e il conseguente profluvio di norme di questi ultimi decenni, il presente pamphlet si sofferma sulle molteplici contraddizioni e sui tanti paradossi di quella che ormai è diventata una vera e propria antiscuola: dalla diffusione di modelli pedagogici iperprotettivi e deresponsabilizzanti alla crescente burocratizzazione dell’insegnamento; dall’adozione del linguaggio e dei modelli dell’economia e del management, che snaturano sempre più l’identità dell’istituzione scolastica e non di rado sconfinano nel grottesco, alla mancanza di progettualità da parte della classe politica, con la conseguente tendenza a occuparsi di scuola solo in maniera estemporanea e propagandistica.