Pozzoleone, 1915. Isetta vive serena con i due fratelli e la mamma fino a quando una tragedia la priva dei suoi affetti più cari e persino della sua identità, che viene attribuita dal padre, perennemente ubriaco, alla sorella morta. La bambina conosce così povertà e soprusi, ma ha una forza: non batte ciglio. Lei è una che non si fa domande, perché nessuno le ha mai insegnato a farsele. Attraversa così, tra peripezie, incontri surreali ed equivoci anagrafici due guerre mondiali. Isetta, assieme al cugino Aldo, bellissimo ma un po’ cialtrone, zia Maria, donna forse troppo pratica, e Giovanni, fidanzato prima, marito poi, cresce e diventa donna semplice ma risoluta e intelligente, arrivando ad una semplice ma importante conclusione: «Alla fine, andrà tutto bene. O, perlomeno, abbastanza.»