Rimasta orfana, Anna Malvas viene accolta a Orolà in casa dello zio Paolo. I Velèna, una famiglia di proprietari terrieri, sono vivaci e benestanti, e da subito si prospetta per Anna una vita ben diversa da quella infelice condotta fino ad allora con la nonna. Accerchiata dai sette cugini, Anna vince col tempo il suo senso di estraneità, integrandosi nella nuova famiglia. L’intesa con il cugino Sebastiano, che all’insaputa di tutti la ama, si raffredda col tempo, quando la ragazza, giunta a Orolà appena adolescente, si trasforma in una giovane donna elegante. Sebastiano ha scelto di diventare un agricoltore e sente soggezione delle nobili origini della cugina. Quando Anna verrà ingannata da un avvocato, Gonario, che sposerà invece Caterina, proprio una delle sue cugine, i due ragazzi si separeranno per un lungo periodo. Anna partirà per il Continente e Sebastiano, indignato dal comportamento di Gonario, lascerà la casa paterna per avviare una sua tenuta in campagna. Ma gli anni non varranno a cancellare l’onesto sentimento che li unisce. Pubblicato nel 1895, Anime oneste offre uno spaccato della Sardegna di fine Ottocento, concentrandosi sulle abitudini, le tradizioni e le ambizioni di un nucleo famigliare indagato come specchio della società. Sebbene acerbo, e ancora influenzato dalla letteratura d’appendice, questo “romanzo famigliare” contiene in nuce alcune delle caratteristiche dell’opera deleddiana: la divisione delle classi sociali come ostacolo ai propri desideri, il sacrificio, la straziante lontananza dalla propria terra e l’indiscussa centralità del paesaggio sardo. La prosa chiara e lineare accompagna i protagonisti verso un finale lieto, un caso isolato rispetto agli esiti dei romanzi successivi. Anime oneste segna un distacco e una crescita rispetto agli esordi narrativi della Deledda, tanto da valergli i primi apprezzamenti tra i lettori e la critica di tutta la nazione.