«Non c’è altra ragione per filosofare se non questa: divenire beati». Queste parole di Agostino1 costituiscono la linea guida di questo volume. Non che si creda che sia sufficiente filosofare per essere beati. Ma tra il dire che la filosofia possa tutto e il dire che non serva a nulla, vi è una via di mezzo. Fare filosofia, infatti, serve, se non altro, per chiarire razionalmente a se stessi e agli altri il problema della vita. Per questa ragione l’etica filosofica è inscritta nella dinamica del desiderio e si struttura come etica teleologica. Suo compito è allora quello di ricercare e di giustificare razionalmente la via e i mezzi che conducono al fine, all’appagamento, soggettivo e oggettivo, del desiderio. Queste le premesse del nostro percorso di studio: – presentazione dell’oggetto della filosofia morale e del suo metodo (i primi tre capitoli); – posizione del problema antropologico (Capitolo Quarto); – indagine logico-formale (metafisica) e fenomenologico-esistenziale sulla relazione tra “conoscenza di Dio e conoscenza dell’uomo” (dal quinto al decimo capitolo); – ritorno riflessivo sul tema antropologico e messa a fuoco del tema della libertà (Capitolo Undicesimo); – esame della problematicità del compimento del desiderio come sintesi di finito e di infinito, ovvero di soggetto desiderante e di fine/ bene nella corrispondenza di ‘io’, ‘altri’, ‘mondo’ e ‘Dio’ (Capitolo Dodicesimo); – presentazione delle linee guida dell’etica filosofica (Capitolo Tredicesimo). Mi auguro di avere svolto questo lavoro in modo conforme alla preoccupazione di San Tommaso: bisogna servirsi di ragioni che portino l’investigazione fino alla radice della verità e facciano capire come sia vero ciò che si dice: altrimenti, se il maestro definisce la questione con i nudi argomenti d’autorità, l’uditore sarà, sì, rafforzato nella certezza che la verità è quella, ma non acquisterà nulla di scienza e d’intelligenza e anzi se ne andrà con la testa vuota. (Tratto dalla Prefazione dell'Autore)