Testo giovanile del grande filosofo ellenico, scritto in un arco di tempo di circa dieci anni tra il 399 e il 389 a.C., è un testo fondamentale per due aspetti: da un lato, infatti, è la più precisa fonte di informazioni che abbiamo sul famoso processo a Socrate e dall'altra è una delle descrizioni più credibili che abbiamo sulla sua vita e sul suo pensiero. Platone utilizzava spesso la figura del suo maestro come personaggio centrale dei propri dialoghi, e talvolta diventa difficile distinguere il reale dalla trama filosofica. Questo non avviene nell'Apologia, che è in realtà una cronaca degli eventi e che per questo ha una struttura particolare: in queste pagine Socrate deve difendersi dalle accuse a lui mosse e, per farlo, nel tentativo di mantenere una forma di dialogo anche quando non ha interlocutori davanti, ne inventerà di fittizi. Rappresentando effettivamente l'ultimo discorso pubblico del suo maestro, i temi qui trattati da Platone sono quelli tipici del bilancio di una vita giusta, dedicata alla conoscenza e alle virtù che nobilitano l'uomo: il coraggio, la sapienza, l'equilibrio. Socrate, nel richiamarle a sintesi dell'intera sua esistenza, esorta l'intero genere umano a seguire la stessa via. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.