L’età materna avanzata rappresenta una delle principali cause dell’infertilità di coppia, che coinvolge dal 10% al 20% della popolazione in età fertile nei paesi industrializzati. Le ipotesi che tentano di spiegare la ridotta capacità riproduttiva correlata all’età materna sono fondamentalmente due: i) la progressiva perdita di ovociti presenti nel pool dovuta ai cicli ovulatori che portano inevitabilmente alla menopausa, ii) la ridotta qualità del gamete femminile, associata ad esempio alla presenza di aneuploidie che causano l'aumento degli aborti spontanei. Il meccanismo molecolare principalmente coinvolto, secondo numerosi lavori scientifici, è la morte cellulare per apoptosi. L’obiettivo del nostro studio è stato la valutazione dei differenti profili d’espressione genica durante l’invecchiamento riproduttivo. Abbiamo paragonato l’espressione di 84 geni codificanti proteine coinvolte nell’apoptosi, sia in ovociti che nelle cellule del cumulo, analizzando follicoli provenienti da donne giovani (under 35) e follicoli provenienti da donne anziane (over 38), reclutate in un centro di fecondazione medicalmente assistita.I risultati ottenuti mostrano che i profili di espressione variano con l’invecchiamento sia negli ovociti che nelle cellule del cumulo, ma sono soprattutto gli ovociti delle donne in avanzata età riproduttiva che sembrano avere un assetto molecolare che li predispone all’apoptosi. Questo dato, se confermato da ulteriori esperimenti, dimostra che l’apoptosi svolge un ruolo importante anche nelle prime fasi di sviluppo embrionale, rappresentando un meccanismo di selezione naturale che permette di eliminare gli embrioni meno adatti alla sopravvivenza. Con gli esperimenti effettuati abbiamo inoltre individuato dei messaggeri particolarmente rappresentati nel gamete femminile che codificano per proteine del Macchinario coinvolte anche in processi di differenziamento cellulare. Questi geni potrebbero rappresentare dei marcatori molecolari di staminalità non ancora identificati nella nostra specie.