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Il testo si propone di fare il punto sulla diffamazione a mezzo web, secondo una prospettiva giornalistica, ma che tiene ben presente la dimensione del diritto, senza avere la pretesa di dare una risposta a un complesso rompicapo giuridico. La diffamazione on-line, a differenza dell’hate speech, è caratterizzata da un particolare odio ad personam. Il percorso parte da un inquadramento di stampo penale, giustificato nell’assenza di una normativa ad hoc che punisca specificamente la diffamazione la fattispecie in analisi. Da più parti ci si interroga se sia ancora opportuno prevedere una pena…mehr

Produktbeschreibung
Il testo si propone di fare il punto sulla diffamazione a mezzo web, secondo una prospettiva giornalistica, ma che tiene ben presente la dimensione del diritto, senza avere la pretesa di dare una risposta a un complesso rompicapo giuridico. La diffamazione on-line, a differenza dell’hate speech, è caratterizzata da un particolare odio ad personam. Il percorso parte da un inquadramento di stampo penale, giustificato nell’assenza di una normativa ad hoc che punisca specificamente la diffamazione la fattispecie in analisi. Da più parti ci si interroga se sia ancora opportuno prevedere una pena detentiva per questa tipologia di reati, anche perché, alla luce della giurisprudenza europea sul tema, non appare giustificata la differenza di trattamento sanzionatorio tra diffamazione a mezzo stampa e diffamazione online. Proprio in quest’ottica, si cercherà di delineare la dibattuta figura dell’ISP (Internet Service Provider) alla luce di un quadro giuridico troppo obsoleto per la nuova “era social”. Questi modesti appunti – arricchiti dalla prefazione del procuratore aggiunto Antonello Racanelli, che nella capitale coordina il gruppo di lavoro per i reati informatici – nascono sotto l’auspicio di offrire, soprattutto a giornalisti e profani, un primo approccio all’argomento.