362 a.C.
L'armata tebana guidata dal generale Epaminonda, galvanizzata dalle passate vittorie contro gli spartani, marciò in armi verso Sparta intenzionata a distruggere una volta per tutte la città.
Il Re spartano Agesilao II era impegnato in una campagna militare a Mantinea e in città non restava che il futuro Re Archidamo III con un piccolo ma ben equipaggiato esercito.
Nessuno prima di allora si era addentrato tanto in Laconia da raggiungere il confine di quella città-stato che in precedenza aveva dominato la Grecia, ma che da sempre era priva di mura difensive.
Era il momento per Archidamo di fronteggiare personalmente quell'esercito che per tattiche e manovre aveva avuto ragione dei suoi soldati in diverse occasioni, difendere la sua gente e guardare verso un nuovo orizzonte.
L'armata tebana guidata dal generale Epaminonda, galvanizzata dalle passate vittorie contro gli spartani, marciò in armi verso Sparta intenzionata a distruggere una volta per tutte la città.
Il Re spartano Agesilao II era impegnato in una campagna militare a Mantinea e in città non restava che il futuro Re Archidamo III con un piccolo ma ben equipaggiato esercito.
Nessuno prima di allora si era addentrato tanto in Laconia da raggiungere il confine di quella città-stato che in precedenza aveva dominato la Grecia, ma che da sempre era priva di mura difensive.
Era il momento per Archidamo di fronteggiare personalmente quell'esercito che per tattiche e manovre aveva avuto ragione dei suoi soldati in diverse occasioni, difendere la sua gente e guardare verso un nuovo orizzonte.