Dalle liriche di Oscar Sartarelli – di cui va fatta menzione la meticolosità del conteggio metrico e della disposizione rigorosa sul foglio di quei testi che prediligono l’immancabile endecasillabo – fuoriescono immagini di un’età appagata in cui la sapienza dell’età adulta era ancora lontana e per tanto vigorosi erano gli istinti di vitalismo, lo stupore, la foga di conquista, la dominazione di un mondo fatto a propria misura. Infanzia dominata dal gaudio, dal gioco e dalla spensieratezza quale momento di insaziabile voglia fagocitatrice, ora rivisto velato da un’impostazione ben più fatalistica: “la pace viene non sempre aspettando,/ma spesso improvvisa e senza rumore"