RACCONTO (19 pagine) - GIALLO - Un monile carico di storia, un furto misterioso sul quale viene fatta luce solo decenni dopo. Ma qual è il ruolo di Arsenio Lupin in questa vicenda?
Questa è la storia della leggendaria collana che Boehmer e Bassenge, gioiellieri della Corona, avevano destinato alla Contessa du Barry, che il cardinale di Rohan-Soubise volle offrire in dono a Maria Antonietta e che l'avventuriera Jeanne de Valois, contessa di La Motte, rubò e fece a pezzi una sera del febbraio 1785, con l'aiuto di suo marito e del loro complice Rétaux de Villette. La collana alla fine venne venduta ai conti di Dreux-Soubise, e rimase di loro proprietà per oltre un secolo. Finché non venne rubata. Un furto misterioso: una porta chiusa dall'interno, una finestra sbarrata. Apparentemente impossibile entrare: eppure qualcuno di era riuscito. Solo molti anni dopo un brillante gentiluomo invitato a un ricevimento riuscirà a fare luce sul mistero. Ma in tutto ciò qual è il ruolo di Arsenio Lupin? Forse è più importante di quanto sembri, e forse si scoprirà qualcosa sulle sue origini. Forse.
Maurice Marie Émile Leblanc è conosciuto principalmente quale creatore del ladro gentiluomo Arsenio Lupin, personaggio popolarissimo anche nel nostro paese. Nato a Rouen l'11 novembre 1864, studia in vari paesi ma finisce per abbandonare gli studi in legge per fare lo scrittore. Stabilitosi a Parigi comincia a scrivere racconti gialli, ma anche se riceve un certo apprezzamento dalla critica non riesce a farsi notare dal pubblico. Finché nel 1905 non pubblica il primo racconto con Arsenio Lupin. Sono gli anni del grande successo di Sherlock Holmes e l'intrigante ladro gentiluomo, in qualche modo una risposta francese al detective britannico, porta immediatamente Leblanc al successo. Leblanc scrive racconti e novelle incentrate su Lupin e questa volta assieme alle buone critiche ottiene successo e gratificazione economica, finendo per dedicare la sua intera carriera esclusivamente al suo personaggio. Nel 1921 viene premiato con la Legion d'Onore per la sua opera. Muore a Perpignan nel 1941. Dal 1947 è sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.
Questa è la storia della leggendaria collana che Boehmer e Bassenge, gioiellieri della Corona, avevano destinato alla Contessa du Barry, che il cardinale di Rohan-Soubise volle offrire in dono a Maria Antonietta e che l'avventuriera Jeanne de Valois, contessa di La Motte, rubò e fece a pezzi una sera del febbraio 1785, con l'aiuto di suo marito e del loro complice Rétaux de Villette. La collana alla fine venne venduta ai conti di Dreux-Soubise, e rimase di loro proprietà per oltre un secolo. Finché non venne rubata. Un furto misterioso: una porta chiusa dall'interno, una finestra sbarrata. Apparentemente impossibile entrare: eppure qualcuno di era riuscito. Solo molti anni dopo un brillante gentiluomo invitato a un ricevimento riuscirà a fare luce sul mistero. Ma in tutto ciò qual è il ruolo di Arsenio Lupin? Forse è più importante di quanto sembri, e forse si scoprirà qualcosa sulle sue origini. Forse.
Maurice Marie Émile Leblanc è conosciuto principalmente quale creatore del ladro gentiluomo Arsenio Lupin, personaggio popolarissimo anche nel nostro paese. Nato a Rouen l'11 novembre 1864, studia in vari paesi ma finisce per abbandonare gli studi in legge per fare lo scrittore. Stabilitosi a Parigi comincia a scrivere racconti gialli, ma anche se riceve un certo apprezzamento dalla critica non riesce a farsi notare dal pubblico. Finché nel 1905 non pubblica il primo racconto con Arsenio Lupin. Sono gli anni del grande successo di Sherlock Holmes e l'intrigante ladro gentiluomo, in qualche modo una risposta francese al detective britannico, porta immediatamente Leblanc al successo. Leblanc scrive racconti e novelle incentrate su Lupin e questa volta assieme alle buone critiche ottiene successo e gratificazione economica, finendo per dedicare la sua intera carriera esclusivamente al suo personaggio. Nel 1921 viene premiato con la Legion d'Onore per la sua opera. Muore a Perpignan nel 1941. Dal 1947 è sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.
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