Il narratore - e con lui il lettore - attraverso le parole di Viktor, accedono ad un’umanità dissonante e densa, intrappolata in limiti e in umane contraddizioni ma desiderosa di scorgere orizzonti inediti, spazi aperti che si offrono solamente a sguardi che hanno scelto di abbandonare la superficie delle cose.
Dai racconti di Viktor, personaggio insolito e misterioso, emerge che “perdendo si aprono sempre nuovi spazi e a volte persino nuovi tempi. Perdere è, in fondo, una mezza fortuna: all’inizio malediresti anche il cielo poi invece ti ritrovi ad esplorare una nuova frontiera, una nuova terra alla quale non saresti mai giunto se le cose fossero andate esattamente come speravi, come tu volevi”.
[Viktor è un personaggio straordinario realmente vissuto; in questo romanzo le vicende narrate che lo riguardano, i tratti del suo volto e le sue azioni, tranne l’ultima, seguono invece l’indomabile corso della fantasia dell’autore]
Dai racconti di Viktor, personaggio insolito e misterioso, emerge che “perdendo si aprono sempre nuovi spazi e a volte persino nuovi tempi. Perdere è, in fondo, una mezza fortuna: all’inizio malediresti anche il cielo poi invece ti ritrovi ad esplorare una nuova frontiera, una nuova terra alla quale non saresti mai giunto se le cose fossero andate esattamente come speravi, come tu volevi”.
[Viktor è un personaggio straordinario realmente vissuto; in questo romanzo le vicende narrate che lo riguardano, i tratti del suo volto e le sue azioni, tranne l’ultima, seguono invece l’indomabile corso della fantasia dell’autore]