L’ossimoro che dà il titolo a questo breve saggio può sembrare una provocazione. Non lo è. O meglio, è un invito, in realtà. Con un leggero riflesso che sa di provocazione. Ci vuole una certa classe per riuscire a dosare così bene i vari elementi che compongono questo piccolo libro. Quella classe, Pietro Rizzo ce l’ha. Il suo testo s’immerge nel Silenzio e lo decanta, intendendolo tanto come quiete, assenza di rumore, quanto come una preziosa condizione mentale, una rara capacità di astrazione che costituisce il primo passo di un percorso che conduce ad una maggiore consapevolezza della propria interiorità. È da lì che, dopotutto, nascono le idee più grandi, le migliori ispirazioni; è nel silenzio che prendono forma le più articolate elaborazioni di pensiero. E se queste parole in quarta di copertina possono permettersi di dare un consiglio al fortunato lettore che ora le sta leggendo, per quanto ovvio possa apparire, questo libro dà il suo meglio quando viene gustato… nel Silenzio.