“La professoressa Assunta Novella sollevò il mento aguzzo drizzando lo sguardo verso il faraonico istituto scolastico. Cercò di leggere l’insegna che sovrastava l’ingresso, ma il bagliore metallico riverberato era accecante. Si spostò mettendosi controluce così da riuscire a osservare l’innumerevole sfilza di sigle che dondolavano sotto i raggi del sole; le pronunciò sottovoce: PON-POR-PAM-BOH-SIGH- SNIF-SBAM- SPLASH- BANG-GULP –CIUF –TIC – MBE’… tanti PROGETTI per te.” “Progetti?! … Dio misericordioso! Che saranno mai? Vuoi vedere che qui mi daranno altre fanfaluche da studiare, altre carte? Già … come se non bastassero queste scartoffie che mi porto appresso.” Inizia così il viaggio di Assunta, docente di matematica al suo primo giorno di insegnamento, nel grandioso edificio “che giace in mezzo a uliveti e vigneti come un impressionante gigante disteso nell’erba.” Una scuola piena di personaggi strambi, di situazioni assurde, e diretta da un preside che si vede ma che non c’è! Una scuola che cela un segreto: quello del quarto piano dove solo pochi eletti possono accedere. L’avventura di Assunta è un pretesto per riflettere sul disfacimento della scuola, “organizzata secondo una logica aziendale, una logica sciagurata che ha privato gli studenti della loro centralità spostandoli ai margini di essa”, ma è pure un salto nell’animo della protagonista che alla fine riuscirà a trovare il coraggio di scegliere la propria felicità.