Il diciassettenne Nicolò Ferrari esordisce con una silloge di racconti in cui fotografa le piccole e grandi bizzarrie che animano la nostra realtà, rivelando un istinto narrativo e una spiccata propensione all’affabulazione. Dodici storie declinate in argomenti e personaggi diversi, tematiche parallele e divergenti, stili e generi rielaborati o classici. Un registro espressivo caleidoscopico. La sua giovane età, lungi dall’essergli da ostacolo nell’affrontare le imperfezioni o assurdità che il quotidiano ci pone davanti agli occhi, lo sorregge nell’esame disincantato e divertito. Il mondo, il nostro mondo, è un’accozzaglia di furbetti, meraviglie della natura, speranze, desideri, sognatori, piccole cattiverie, pregiudizi, codardi e bravi ragazzi. Ecco dunque la giovane siriana che indossa l’abito tipico del suo paese per andare a scuola il giorno del suo compleanno, due pescatori in cerca di una ragione per vivere, un innamorato folle d’amore, una ragazza troppo ossessionata dalla propria bellezza, un ragazzino vittima di bullismo, una donna impantanata in un matrimonio che le va stretto, un insegnante di ginnastica che aizza gli studenti l’uno contro l’altro, due alieni che guardano alle nostre miserie quotidiane con rammarico e così via. L’autore riflette sulle varie situazioni, fa sue le assurdità che incrocia nel suo faccia a faccia con la vita e ne sorride attraverso un gioco di parole talvolta caustico.