Sono riflessioni che non passano mai di moda, perché lo sono sempre. Per chi pensa che Dio esiste e per chi, invece, propone la teoria opposta. I due pensieri, degni della stessa considerazione e buona fede - anche se, per chi scrive, la posta in palio è altissima - richiedono un approfondimento seppur parziale, dato che in questo campo ogni spiegazione può essere solo limitata. Sperare che possa esistere un luogo di felicità eterna ove si possano incontrare anche coloro che immaginavano non esistesse, porta l'autore a pensare che con un estremo atto di bontà, un ipotetico Dio accetterebbe nel suo Paradiso anche quelli che, avendolo cercato, non l'hanno mai trovato. Si cerca, nel limite della portata del pensiero umano, come siano possibili certe incongruenze associate alla figura di Dio, i cosiddetti misteri: Unità e Trinità, giustizia e bontà coesistenti, l'Incarnazione, ritenuta, da coloro che non credono, come una amplificazione dell'esistenza di un uomo di duemila anni fa ed elevato, da alcuni suoi seguaci al rango di Uomo-Dio e fino ai giorni nostri ritenuto tale.