Se si dà uno sguardo, sia pure di sfuggita, ai fondali del Tirreno, non si può non rimanere colpiti da quella “strana” differenza morfologica rispetto ai fondali degli altri adiacenti mari. Come mai? E a cosa sarà dovuta?
La geologia ufficiale interpreta il fenomeno come il risultato di una “distensione crostale” tra la placca africana e quella euroasiatica, tuttora in atto da decine di milioni di anni.
L'Autore, che si autodefinisce “geologo dilettante”, non è affatto d'accordo. Egli sostiene che il ginepraio di montagne sottomarine (seamount), che si estendono per l'intero fondale, è invece la testimonianza di un impatto cometario avvenuto meno di diecimila anni fa!
A sostegno di questa tesi l'ebook è corredato da una gran quantità di prove e si dimostra come almeno tre seamount (il Marsili, il Vavilov e il Magnaghi) non sono, come generalmente si crede, dei vulcani. Si tratta invece di quelli che nel linguaggio astronomico sono definiti “central peak” – picchi centrali di crateri come quelli che si vedono sulla Luna – e che s'innalzano al centro di una vasta spianata contornata da alte montagne.
Non solo, ma secondo l'Autore in Italia esisterebbero (il condizionale è d'obbligo, almeno sino a quando la cosa non verrà ufficialmente accertata) due crateri d'impatto tra i più grandi del mondo (probabilmente i più grandi in assoluto). Uno abbraccia il bacino meridionale del Tirreno (con al centro il Marsili e le isole Eolie, con il contorno dell'Arco Calabro-Peloritano); l'altro si estende dall'arcipelago toscano posizionato a Ovest e dall'Appennino Tosco-Umbro-Marchigiano posizionato ad Est, con al centro le Colline Metallifere. A tale cratere è stato pure assegnato un nome: Etruscan Crater.
Insomma: nel presente ebook c'è quanto basta per decidere d'immergersi in una lettura non solo avvincente, ma soprattutto colma di sorprese!
La geologia ufficiale interpreta il fenomeno come il risultato di una “distensione crostale” tra la placca africana e quella euroasiatica, tuttora in atto da decine di milioni di anni.
L'Autore, che si autodefinisce “geologo dilettante”, non è affatto d'accordo. Egli sostiene che il ginepraio di montagne sottomarine (seamount), che si estendono per l'intero fondale, è invece la testimonianza di un impatto cometario avvenuto meno di diecimila anni fa!
A sostegno di questa tesi l'ebook è corredato da una gran quantità di prove e si dimostra come almeno tre seamount (il Marsili, il Vavilov e il Magnaghi) non sono, come generalmente si crede, dei vulcani. Si tratta invece di quelli che nel linguaggio astronomico sono definiti “central peak” – picchi centrali di crateri come quelli che si vedono sulla Luna – e che s'innalzano al centro di una vasta spianata contornata da alte montagne.
Non solo, ma secondo l'Autore in Italia esisterebbero (il condizionale è d'obbligo, almeno sino a quando la cosa non verrà ufficialmente accertata) due crateri d'impatto tra i più grandi del mondo (probabilmente i più grandi in assoluto). Uno abbraccia il bacino meridionale del Tirreno (con al centro il Marsili e le isole Eolie, con il contorno dell'Arco Calabro-Peloritano); l'altro si estende dall'arcipelago toscano posizionato a Ovest e dall'Appennino Tosco-Umbro-Marchigiano posizionato ad Est, con al centro le Colline Metallifere. A tale cratere è stato pure assegnato un nome: Etruscan Crater.
Insomma: nel presente ebook c'è quanto basta per decidere d'immergersi in una lettura non solo avvincente, ma soprattutto colma di sorprese!