«Sono come anestetizzata, mi taglio per sentire qualcosa». Da dove nasce l’insostenibile angoscia che spinge un ragazzo a riempirsi il corpo di tagli? Perché la pelle diventa il bersaglio da colpire e da sfregiare? Il gesto dell’autolesionista non è un tentativo di suicidio, non è aderire a una tendenza o seguire una moda: è un ‘rimedio’ a un danno più grave e insieme un sintomo di malessere profondo.
Questo testo, agile e alla portata di tutti, esamina il significato che nel corso dei secoli hanno assunto il corpo e le sue manipolazioni, racconta l’autolesionismo e come va affrontato, anche attraverso i film che lo hanno descritto e alcuni casi clinici affrontati con una psicoterapia che non ferma solo il gesto disperato, ma ne rimuove le cause profonde, proponendo la possibilità della cura.
Questo testo, agile e alla portata di tutti, esamina il significato che nel corso dei secoli hanno assunto il corpo e le sue manipolazioni, racconta l’autolesionismo e come va affrontato, anche attraverso i film che lo hanno descritto e alcuni casi clinici affrontati con una psicoterapia che non ferma solo il gesto disperato, ma ne rimuove le cause profonde, proponendo la possibilità della cura.