Il racconto si snoda tra Napoli e Roma tra gli anni '40 e '70; il vissuto personale e familiare dell'autrice si intreccia con la storia collettiva: dal periodo della fame e dei bombardamenti all'epoca dell'ottimismo volenteroso della ricostruzione in un Paese che riprende a vivere,comprare, a produrre... Poi si addentra nel periodo dell'illusoria libertà dei costumi, da cui la protagonista viene contagiata per breve tempo, fino ai giorni bui del terrorismo che fanno nuovamente sprofondare l'Italia nell'angoscia e nella paura. L'autrice vive la propria esistenza come chi viaggia in un treno dai cui finestrini,coperti di brina, essa scorge appena i contorni del mondo esterno. Il tema di fondo e' l'analisi impietosa che la protagonista-autrice fa di se stessa, delle proprie mancanze, incapacita', contraddizioni. Il racconto si conclude sulla ritrovata stima del proprio ''io'' finalmente consapevole e partecipe degli eventi, sia pure nella coscienza dell'impossibilita' di perdonare i troppi errori commessi.