Il libro del profeta Ezechiele è forse uno dei meno noti della Bibbia, a motivo del lungo testo a tratti enigmatico e con un simbolismo accentuato, ripreso poi da Apocalisse. Tuttavia la vicenda di Ezechiele è particolare e interessante: egli fa parte del primo gruppo di giudei condotti in esilio a Babilonia; da lì egli segue, col cuore dell'esule, la catastrofe di Gerusalemme nel suo avvicinarsi e nel suo compiersi, pochi anni dopo. In mezzo agli esuli, Ezechiele riceve da Dio la chiamata profetica e il messaggio da portare: un forte richiamo alla conversione prima, per scongiurare la catastrofe, e una promessa di consolazione e di futuro poi, rivolta a coloro che ormai hanno perso tutto. Proprio per questo suo duplice messaggio, Ezechiele è sempre stato considerato un profeta per i tempi di profonda crisi; ricordiamo che davanti all'avanzata dei barbari su Roma nel sesto secolo, in mezzo alla paura e al disfacimento della società di allora, papa Gregorio Magno commentava al suo popolo il libro del profeta Ezechiele, per trarne un messaggio di orientamento e di speranza.