Mistero e realtà nei mari del Sud Oltre Moby Dick, Melville ci ha lasciato un tesoro e questo Benito Cereno è solo uno di quei gioielli. Letteratura di mare, letteratura di un mistero che non si nasconde sotto le acque, ma che è lì, sul ponte di quella nave, sotto gli occhi di Amasa Delano, l'americano, che tutto vede, ma nulla riesce a comprendere. Benito Cereno, pubblicato per la prima volta nel 1855, è un altro romanzo in cui l'autore prende spunto dalla sua esperienza da marinaio. È un modello di sintesi e di stile, dove Melville dipinge con colori plumbei una storia fitta di mistero e ambiguità. Come sempre la scrittura di Herman Melville riesce ad incantare ogni lettore e a travolgere il significato di ciò che si legge. In questo breve romanzo, nulla è come realmente sembra. Ciò che è preda diventa in realtà il predatore e lascia a bocca asciutta fino all'ultima pagina, fino a quando viene spiegata la verità con tratti crudi e senza senso. E' davvero giusto realizzare qualcosa anche se il mezzo è il più sbagliato? Dove inizia la follia e termina la ragione? Melville ci imprigiona in una gabbia stretta dove si ha la necessità solo di riflettere su quello che abbiamo letto pur di uscirne. Da leggere e assaporarne ogni parola, nella bellissima e intensa traduzione che ne fece Cesare Pavese.
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