Una poesia intimamente donna, introspettiva, libera da orpelli letterari, cesellata da una spontaneità cristallina. Goccia a goccia Giusy Vanni costruisce versi ben equilibrati e ci restituisce l'esistenza profonda delle cose piccole e quotidiane, dei gesti che si ripetono uguali tutti i giorni.
Un viaggio incerto, il suo, sospeso sulla speranza di un ineffabile altro che si annuncia da lontano, come l'attimo prima dell'alba quando la notte sembra cedere il passo al giorno ma ancora avvolge ogni cosa. L'attesa della luce, lo sguardo volto all'orizzonte, il connubio tra apparenza e realtà rende quell'attimo estatico quasi immobile e perfetto: una sorta di lucido invito a proseguire il cammino perché, pur nell'ineluttabilità del dolore quotidiano, vale la pena non rassegnarsi e fondersi con l'arcobaleno.
Idealmente suddivisa in colori la silloge si offre emozionalmente pura al lettore tramite le relazioni emotive con cui i colori stessi vengono percepiti dalla poetessa; relazioni che sono il risultato di esperienze o associazioni soggettive, di vissuto e non vissuto, le quali, come nel caso dell'arte espressionistica possono risultare estremamente individuali. E come in un quadro di Monet, Giusy Vanni pennella e rivisita le tinte percepite sì che ogni colore diventa strumento per stimolare direttamente l'anima.
Giusy Vanni nasce a Lucca il 30 maggio 1963. Lavora, soddisfatta, in un supermercato da trentatré anni.
Nel 2005 riceve il Premio Speciale della Giuria Poesia singola al Premio Europeo di Arti Letterarie Via Francigena a Pontremoli. Nel 2007 inizia la collaborazione con Giovane Holden Edizioni pubblicando: Scarabocchi dell'anima (2007) e Non Solo Fantasie. Imparare a convivere con la Sindrome Fibromialgica (2010). Si definisce una donna semplice, crede che l'umiltà, la sensibilità, la semplicità siano una grande risorsa da cui attingere l'essenza della vita. Se non fosse un po' pigra e il fisico glielo permettesse vivrebbe le sue serate in una sala da ballo perché quando balla è come se riuscisse ad assentarsi per un attimo per fare una capatina in Paradiso.
Un viaggio incerto, il suo, sospeso sulla speranza di un ineffabile altro che si annuncia da lontano, come l'attimo prima dell'alba quando la notte sembra cedere il passo al giorno ma ancora avvolge ogni cosa. L'attesa della luce, lo sguardo volto all'orizzonte, il connubio tra apparenza e realtà rende quell'attimo estatico quasi immobile e perfetto: una sorta di lucido invito a proseguire il cammino perché, pur nell'ineluttabilità del dolore quotidiano, vale la pena non rassegnarsi e fondersi con l'arcobaleno.
Idealmente suddivisa in colori la silloge si offre emozionalmente pura al lettore tramite le relazioni emotive con cui i colori stessi vengono percepiti dalla poetessa; relazioni che sono il risultato di esperienze o associazioni soggettive, di vissuto e non vissuto, le quali, come nel caso dell'arte espressionistica possono risultare estremamente individuali. E come in un quadro di Monet, Giusy Vanni pennella e rivisita le tinte percepite sì che ogni colore diventa strumento per stimolare direttamente l'anima.
Giusy Vanni nasce a Lucca il 30 maggio 1963. Lavora, soddisfatta, in un supermercato da trentatré anni.
Nel 2005 riceve il Premio Speciale della Giuria Poesia singola al Premio Europeo di Arti Letterarie Via Francigena a Pontremoli. Nel 2007 inizia la collaborazione con Giovane Holden Edizioni pubblicando: Scarabocchi dell'anima (2007) e Non Solo Fantasie. Imparare a convivere con la Sindrome Fibromialgica (2010). Si definisce una donna semplice, crede che l'umiltà, la sensibilità, la semplicità siano una grande risorsa da cui attingere l'essenza della vita. Se non fosse un po' pigra e il fisico glielo permettesse vivrebbe le sue serate in una sala da ballo perché quando balla è come se riuscisse ad assentarsi per un attimo per fare una capatina in Paradiso.
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