Dalle minute impressioni su fatti banali agli eventi epocali, le donne hanno fedelmente riportato nei loro scritti (diari, lettere, journaux intimes) le risonanze psichiche che tali fenomeni avevano nella propria coscienza: ogni elemento vuoi di carattere pubblico, vuoi di ambito privato, veniva interio-rizzato e lungamente meditato, reso oggetto di critica o di giudizio, nell’agognato desiderio di co-struire un sé, di erigere modelli di comportamento che potessero essere omologanti rispetto ai codici egemonici nella cultura dell’epoca oppure, al contrario, per distruggere ataviche certezze e proiet-tarsi su mondi nuovi verso esperienze inusitate ed avventurose. Queste due divergenti opzioni paio-no spesso ben identificabili nella pagina: nonostante il riserbo, la maschera con cui si coprono i propri desideri, il linguaggio e la tensione che si intuisce nella narrazione ci svelano progetti in ar-monia con lo Zeitgeist imperante o in palese frattura con l’intero universo, e la scrittura diventa in tale ottica un mirabile strumento di emancipazione. In altre occasioni, quando il desiderio di ricono-scersi ha fatto saltare le ataviche categorie, la parola sulla carta accompagna, semplifica e fa chia-rezza sulla complessità della formazione e sulle spinte alle quali l’incessante lavorío della costru-zione identitaria sottopone l’Io. Una dicotomia che potremmo definire ontologica si staglia netta nel percorso della formazione: si deve privilegiare l’assimilazione retorica o si deve tentare di dare voce alla fratture, seppur dolorose, e alle discontinuità? Ed ancora, può prevalere la continuità con le ge-nealogie del passato, oppure va enfatizzato lo sforzo volto allo scardinamento dei legami? La rispo-ste esplicitate nei saggi del volume sono quanto mai eterogenee e oscillano tra adattamento e libertà, tra rinunce e ribellioni. Saggi di Antonella Cagnolati, Michela Caiazzo, Sara Cillani, Caterina Del Vivo, Angela Giallongo, Ada Neiger, Roberta Pace, Tiziana Pironi.