La progressiva affermazione dell'evidence-based medicine impone alla Radiologia un salto di qualità: dalla dimostrazione della capacità di vedere di più e meglio alla dimostrazione di un significativo miglioramento dello stato di salute o della qualità di vita dei pazienti. Non è più sufficiente la conoscenza delle tecnologie adottate nella formazione ed elaborazione delle immagini, della semeiotica radiologica e del contesto clinico, neppure quando la competenza del radiologo è mirata a campi d'organo o d'apparato relativamente circoscritti. Non solo la realizzazione in prima persona di studi che contribuiscano alla generazione delle evidenze ma anche la lettura critica della letteratura scientifica richiedono una serie di conoscenze di biostatistica, ossia dei metodi che consentono di quantificare l'incertezza che deriva dalla variabilità intrinseca ai fenomeni biologici e alla loro misura, applicate al campo peculiare della Radiologia. L'opera, rivolta ai radiologi e, più in generale, a tutti coloro che operano nel medical imaging, affronta questa tematica a partire dagli indici che quantificano la performance diagnostica (sensibilità, specificità ecc.) e cerca di spiegare il senso della ricerca della significatività statistica (la famosa p<0.05) anche a coloro che hanno scarsa familiarità con la matematica, con esempi tratti dalla pratica e dalla letteratura radiologica.
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