C'è una ferita nel cuore dell'Europa. Una vicenda che racconta di continui soprusi ai danni di un intero popolo. Si parla della colonizzazione britannica dell'Irlanda. Un atto violento contro cui si sono schierate intere generazioni, unite da un sogno capace di consegnare al mondo le parole: «Il nostro giorno verrà». A pronunciare un simile motto, Bobby Sands, nato nel 1954 e, appena diciottenne, già devoto alla causa dell'indipendenza irlandese. Arrestato una prima volta nel 1972, era rinchiuso nei famigerati Blocchi H quando si mise alla testa di una protesta clamorosa: uno sciopero della fame indetto per costringere le autorità inglesi a riconoscere lo status di prigionieri politici ai detenuti irlandesi. Quello sciopero venne portato avanti per 66 lunghissimi giorni e si concluse con la morte dello stesso Sands e di altri 9 compagni di lotta. «È la repressione che crea lo spirito rivoluzionario della libertà»: queste furono le parole che il ragazzo di Belfast consegnò alla storia. E questa storia è la protagonista del graphic novel con cui Gerry Hunt ricostruisce in modo fedele gli avvenimenti nordirlandesi, rendendo un tributo alla vita e alla lotta di Bobby Sands.
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