Con leggerezza e soavità, questo romanzo suggerisce un metodo per dare risposte ad alcune domande, immense quanto impossibili da evadere, sul perché l'esperienza dell'essere figlio e dell'essere genitore sia talvolta così intricata e dolorosa. L'originalità di questo racconto consiste innanzitutto nell'evitare qualsiasi retorica che, quand'anche accidentale, può diventare dominante, nel senso di cedere alla tentazione di classificare l'adozione come un gesto di unilaterale generosità. Al contrario, senza metterne in discussione il valore e l'impegno e senza negare complicazioni e difficoltà, in questo racconto l'adozione è "soltanto" un "semplice" gesto d'amore.