Questi racconti sono stati scritti in campagna nella seconda metà degli anni Ottanta. Brentane – in veneto le esondazioni dei fiumi – sono qui le piene dell’anima, l’affiorare silenzioso di ciò che più profondamente ci appartiene in un moto inevitabile. La scrittura, più che raccontare, riconosce gli uomini di queste pagine negli scarti dal ritmo quotidiano, nelle piccole increspature che non fanno una storia, nella lingua caparbia, essenziale, reinventata e insieme ritrovata, di quella terra veneta che resta come realtà della fantasia.