Nella seconda metà degli anni Settanta mi capitò di acquistare il libro "Brescia e il suo territorio". Fui colpito dalla descrizione del Carnevale di Bagolino, un evento che appariva quasi come surreale e per certi versi meta-territoriale, data la complessità del suo manifestarsi e l'atipicità delle sue tradizioni. Esso ha ispirato la mia silloge, la quale intende fondere mito e realtà. Il drago narratore racconta, indi si congeda e appare il filosofo che estrapola dal viaggio le proprie conclusioni e svela il mistero delle cose. In questa Stonehenge brixiana il drago e l'uomo si ricongiungono e diventano una cosa sola, un'entità super-reale. Dedico questa mia raccolta di poesie a Bagolino e al suo irresistibile fascino, coll'augurio che il suo carnevale non finisca mai...
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